Con qualche mese di ritardo sulla tabella di marcia (era atteso per settembre 2017), Invitalia ha annunciato il terzo bando di gara Infratel per la progettazione, realizzazione, manutenzione e gestione in concessione ventennale di una rete a banda ultralarga nelle aree bianche in Puglia, Calabria e Sardegna con uno stanziamento di 103 milioni di euro. Sono oltre 378mila i cittadini interessati dal bando, a fronte di 296mila unità immobiliari in 882 comuni.
Come i precedenti due bandi del 3 giugno e dell’8 agosto 2016, anche il terzo ed ultimo bando prevede due fasi: la fase di prequalifica, nella quale gli operatori economici interessati devono fornire informazioni in riferimento ai requisiti di partecipazione e sulle infrastrutture che intendono riutilizzare; la fase di offerta, riservata ai concorrenti prequalificati.
Favorito per l’assegnazione dei fondi pubblici è Open Fiber, l’operatore wholesale only che si è già aggiudicata i primi due bandi Infratel, vale a dire quello con base d’asta da 1,4 miliardi (aggiudicato a Open Fiber per 675 milioni) in Abruzzo, Molise, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana e Veneto e quello con base d’asta da 1,2 miliardi (aggiudicato a Open Fiber per 800 milioni) in Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Basilicata, Sicilia e la Provincia autonoma del Trentino.
Al terzo bando non è chiaro se parteciperà Tim, dopo le polemiche dell’anno scorso sui criteri di gara che hanno portato allo scontro fra l’allora amministratore delegato Flavio Cattaneo, poi dimessosi, e il Governo e l’annuncio, poi messo in freezer dopo le diffide del Governo e l’intervento dell’Antitrsut, di avviare un piano autonomo di investimenti nelle aree bianche (piano Cassiopea).
Oggetto del bando è la progettazione, realizzazione, manutenzione e gestione in modalità wholesale di una rete passiva ed attiva di accesso, che consenta di fornire servizi agli utenti finali a 100Mbps in download e 50Mbps in upload per almeno il 70% delle unità immobiliari nel Cluster C e di almeno 30Mbps in download e 15 Mbps in upload per le restanti unità immobiliari del Cluster C e per quelle del Cluster D.
L’attuazione del piano nazionale Banda Ultralarga è affidata al Mise, che si avvale della società in house Infratel, controllata da Invitalia, e prevede la copertura ad almeno: 100 Mbit/s fino all’85% della popolazione; 30 Mbit/s della restante quota di popolazione italiana; 100 Mbit/s di sedi ed edifici pubblici (scuole, ospedali etc.), delle aree di maggior interesse economico e concentrazione demografica, delle aree industriali, delle principali località turistiche e degli snodi logistici.
La strategia è attuata in due fasi: piano “Aree Bianche” per il quale, i lavori sono già in corso a seguito delle due gare già aggiudicate; piano “Aree Grigie”, per il quale è stata appena avviata la fase di consultazione con gli stakeholder, prima di procedere alla richiesta di approvazione formale da parte della Commissione Ue. L’obiettivo del Mise è l’obiettivo primario è portare 1 Gbps nelle zone dove finora un solo operatore (Tim) ha investito e dove l’offerta in download non supera i 30 Mbps.
Fonte: Paolo Anastasio per Key4biz.it