Apportare benefici alla spesa pubblica e ai prodotti immobiliari o infrastrutturali, rendere più efficiente l’operato degli attori sul versante dell’offerta, con il conseguente incremento della loro redditività, sono i principi ispiratori del decreto firmato venerdì scorso dal Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio.
Si tratta del documento che definisce la cosiddetta digitalizzazione degli appalti pubblici, che regola cioè “le modalità e i tempi di introduzione dell’obbligatorietà dei metodi e degli strumenti elettronici di modellazione per l’edilizia e le infrastrutture nelle stazioni appaltanti, per razionalizzare le attività di progettazione e le relative verifiche”.
“Un passaggio importante – ha affermato in una nota il Ministro Delrio – che risponde a una innovazione del settore e porterà trasparenza, efficienza e più qualità nella progettazione e realizzazione delle opere”.
L’obbligo all’utilizzo dei metodi e degli strumenti elettronici di modellazione, fa sapere il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti (MIT), decorrerà dal 1° gennaio 2019 per le opere di importo pari o superiore a 100 milioni di euro, e poi via via per importi minori a decorrere dagli anni successivi al 2019 fino alle opere di importo inferiore a 1 milione di euro, per le quali il termine decorre dal 1° gennaio 2025.
Il compito di monitorare gli esiti e le eventuali difficoltà incontrate dalle stazioni appaltanti e di individuare eventuali misure correttive, per aggiornare i dati e le procedure previsti nel decreto, andrà ad una Commissione ad hoc, che sarà istituita con decreto del MIT e senza costi aggiuntivi per le casse dello Stato.
Il Ministero ha fatto inoltre sapere che Il decreto prevede, già dall’entrata in vigore, “l’utilizzo facoltativo dei metodi e degli strumenti elettronici specifici per le nuove opere e per interventi di recupero, riqualificazione o varianti, da parte delle stazioni appaltanti che abbiano ottemperato agli adempimenti preliminari”.
Secondo il Ministero, “questo tipo di progettazione innovativa può consentire almeno il 10% di risparmi di spese di gestione e risparmi lungo tutto il ciclo dell’opera”, abbattendo il ricorso alle varianti e prevedendo per tempo le manutenzioni necessarie.
Fonte: Flavio Fabbri per Key4biz.it