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Microsoft e i ritmi serrati degli aggiornamenti

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Microsoft e i ritmi serrati degli aggiornamenti

Microsoft accelera ancora sulla politica degli aggiornamenti obbligatori, costanti e senza alternativa - almeno ufficialmente - per un'utenza che la corporation vorrebbe composta esclusivamente da "abbonati". È il modello di software-come-servizio (SAAS) che presto, molto presto animerà definitivamente di Windows e Office.

A partire dal 2020, ha comunicato infatti la corporation di Redmond, la politica degli update accorperà Windows 10 e Office 365 ProPlus (il pacchetto che offre accesso alla suite Office 2016 Professional Plus su cinque diversi dispositivi) con "aggiornamenti alle funzionalità" distribuiti in contemporanea. Questi "feature update" arriveranno due volte all'anno, ha rivelato Microsoft, possibilmente nei mesi di marzo e settembre.

Redmond celebra i vantaggi che il nuovo approccio porterebbe per l'utenza, che da qui a tre anni potrebbe contare su un piano di aggiornamento fisso e ben definito (almeno in teoria) su cui organizzare la propria vita informatica vissuta nell'ecosistema di Windows. Inoltre, per facilitare la vita agli amministratori di sistema, anche il tool System Center Configuration Manager verrà allineato alla nuova politica.

Microsoft dice di aver voluto dare l'annuncio con ampio anticipo per dare modo ai clienti di adattarsi alla novità, riconoscendo il fatto che l'ammodernamento dei client basati su Windows 10 e Office 365 PP è un lavoro non indifferente. Ad supportare il passaggio al nuovo regime ci sarà la nuova natura di Windows 10, che ora risulterebbe essere molto più agile nell'installazione di update e patch rispetto al passato.

Nella nuova politica di update/upgrade serrati verranno incluse anche le distribuzioni "perpetue" di Office, vale a dire i pacchetti in scatola con licenza Internet-indipendente che una certa utenza continua a preferire all'abbonamento cloud di Office 365: scaduto il periodo di supporto garantito, dice Microsoft, i clienti perderanno l'accesso alle versioni business di OneDrive e Skype e dovranno acquistare una sottoscrizione al summenzionato Office 365 per rimediare.

Redmond non teme certo di scontentare gli utenti poco inclini agli upgrade forzati, come dimostra il recente caso del blocco delle patch su CPU Kaby Lake, ma almeno in questo caso uno sviluppatore ha già trovato una soluzione artigianale al problema: chi volesse continuare a usare Windows 7 sui processori Intel "Core" di settima generazione può applicare il fix alla libreria wuaueng.dll come spiegato da Zeffy su GitHub.

Fonte: Alfonso Maruccia per Punto-informatico.it

| Categoria: Windows 10, Microsoft, Microsoft 365 | Tags: Microsoft, Windows update, saas | Visite: (2194)
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