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Data Act in vigore: cosa significa per gli utenti?

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Data Act in vigore: cosa significa per gli utenti?

La Commissione europea stima che, entro il 2025, il volume dei dati supererà i 175 zettabyte, ovvero 175 miliardi di terabyte. Questo incremento esponenziale è dovuto soprattutto alla diffusione dei dispositivi IoT. Grazie al Data Act, produttori e fornitori di servizi saranno obbligati a consentire l’accesso ai dati. In pratica, il controllo sui dati generati sarà nelle mani degli utenti finali.

I cittadini potranno accedere ai dati generati dai dispositivi e condividerli con terze parti. Finora, questa possibilità era concessa solo al produttore che quindi impediva al consumatore di rivolgersi ad un servizio di riparazione più economico. Vengono comunque garantiti la privacy e i segreti industriali.

Uno dei benefici per le aziende riguarda le condizioni contrattuali. Il produttore non può imporre clausole che impediscono l’accesso, l’uso e la condivisione dei dati. Il Data Act, infine, consente alle pubbliche amministrazioni di accedere ai dati in possesso del settore privato in determinate situazioni di emergenza (disastri naturali, pandemie, attacchi terroristici e altre).

La legge consentirà anche il passaggio gratuito tra provider cloud, impedirà il trasferimento illegale dei dati al di fuori dell’Unione europea e promuoverà lo sviluppo di standard per l’interoperabilità. Il Data Act verrà applicato a partire dall’11 settembre 2025. Insieme al Data Governance Act (applicato dal 24 settembre 2023) è parte della strategia europea per i dati.

Fonte: Luca Colantuoni per Punto-informatico.it

| Categoria: Innovazione, Leggi e Decreti, Internet, Tecnologia, Telefonia e App, Privacy, Società, Cittadinanza digitale, PA digitale | Tags: Data Act, dati generati, IoT | Visite: (202)
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