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Banda ultralarga: tutti i dettagli del nuovo piano 3-4-4

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Banda ultralarga: tutti i dettagli del nuovo piano 3-4-4

La rete italiana è ancora in uno stato critico. La diffusione del 5G ad alte prestazioni viene rallentata dal blocco del rialzo dei limiti elettromagnetici, che permetterebbe l’installazione di meno antenne a parità di copertura, riducendo i costi di manutenzione e l’impatto ambientale del nuovo standard della connettività mobile. Al contempo, la lotta tra operatori telefonici vista negli scorsi anni ha contribuito ai problemi infrastrutturali per la rete fissa. La Banda Ultra Larga, ovvero la fibra ottica, ha visto numerosi ritardi nell’esecuzione dei lavori complici i permessi rilasciati in ritardo e la carenza di manodopera specializzata. Il risultato? Una penisola che non rispetta la tabella di marcia.

Ma il Governo ora vuole dire stop a questi disguidi tecnici: la transizione deve avvenire in fretta a partire da quest’anno stesso. Per questo motivo è nata la nuova Strategia Nazionale per la Banda Ultra Larga 2023-2026, presentata formalmente all’inizio di luglio e ora confermata come base su cui lavorare per il destino delle telecomunicazioni nel Belpaese. Ma cosa prevede esattamente? Analizziamo i piani del Comitato interministeriale per la transizione digitale.

Le promesse per la Banda Ultra Larga

Fondamentalmente, il documento predispone la strategia più esaustiva possibile per la diffusione della BUL, seguendo uno schema definito “3-4-4”: tre macro-obiettivi, 4 principi da rispettare, 4 aree di intervento. Il tutto nell’orizzonte temporale tra 2023 e 2026, seguendo gli obiettivi del PNRR e rispettando la chiusura della legislatura. L’obiettivo chiave resta la risoluzione dello stato di sofferenza del settore telcom, con un’instabilità dovuta ai pericolosi ritardi per gli interventi su Aree Bianche e Grigie, e a TIM che, per mantenere il dominio della connettività fissa in Italia, ha per lungo tempo impedito la cessione delle sue reti e bloccato i lavori di Open Fiber.

Ora che l’ambizione comune è quella di rilanciare la transizione digitale e green del paese, però, è il momento di agire, a partire proprio dalle Aree Bianche che comprendono circa 9,6 milioni di unità immobiliari da coprire con reti FTTH e FWA, per velocità minime di 30 Mbps. Altra prerogativa è la seguente: bisogna velocizzare i tempi di attivazione e garantire le velocità promesse, rispettando quanto comunicato ai consumatori che, dopo tanti anni, vogliono passare a quello che deve essere il presente della rete fissa e non il futuro.

Cosa prevede lo schema 3-4-4?

Andiamo però a vedere nel dettaglio cosa prevede questo schema per la Strategia Nazionale per la Banda Ultra Larga 2023-2026. I 3 macro-obiettivi sono i seguenti:

  1. Rilanciare il settore mediante una collaborazione intensificata tra pubblico e privato;
  2. Completare tutti i piani pubblici già attivi entro il 2026;
  3. Favorire la diffusione delle piattaforme 5G per agevolare la transizione del manifatturiero e della Pubblica Amministrazione.

Dunque, ecco i quattro principi cardine da rispettare:

  1. Sostenere il ciclo domanda-offerta per l’innovazione nella penisola;
  2. Garantire neutralità tecnologica e complementarità tra i servizi mobili e quelli fissi;
  3. Offrire soluzioni scalabili e sostenibili, sempre pronte ad aggiornarsi (in altre parole, future proof);
  4. Ridurre il digital divide il prima possibile, il più possibile.

Infine, abbiamo le quattro aree di intervento:

  1. L’intero settore Telco, per interventi trasversali;
  2. La rete fissa nazionale;
  3. La rete mobile;
  4. Interventi a sostegno della domanda (ad esempio revisionando il piano Voucher Famiglie per la connettività a 1 Gbps).

I tipi di intervento

Scendendo ancora più nel dettaglio, il nuovo piano per la Banda Ultra Larga fissa una lista specifica di interventi ad hoc, a partire dalla trasformazione della PA. Il progetto presentato da Alessio Butti, Sottosegretario con delega all’Innovazione tecnologica, è certo che con soluzioni mirate per la Pubblica Amministrazione si possono riqualificare le risorse, formare personale e realizzare reti molto più velocemente. Servono tuttavia anche dati attendibili su civici e unità immobiliari, ovvero una base di documenti affidabili con tassi di errore molto più ridotti rispetto a quelli attuali.

Un piano notevole, che richiederà anni di lavori, prevede l’estensione della rete in fibra ottica tramite i 17.000 chilometri di linee ferroviarie. Il piano “Gigabit Rail & Road” potrebbe aiutare a costruire una backbone molto più affidabile e completa, da cui ripartire per la diffusione della Banda Ultra Larga. Serviranno quindi anche interventi nelle scuole, estendendo la gratuità dei collegamenti Gigabit almeno fino al 2035; nei comuni minori, per un totale di 3.000 località; nelle isole minori; e nell’intero sistema sanitario, fornendo in questo caso specifico reti a 10 Gbps.

I termini monetari

In termini puramente economici la revisione della strategia prevede investimenti per circa 2,8 miliardi di euro, ma vanno ancora reperiti 400 milioni di euro. Gli interventi trasversali richiederanno 1,2 miliardi, mentre per le reti fisse nello specifico serviranno 455 milioni. Infine, alla rete mobile verranno dedicati 1,1 miliardi di euro.

La strategia è tutt’altro che semplice e i tempi stringono. Per il Governo è imperativo realizzare una rete 5G pubblica lungo le linee ferroviarie ad alta velocità e connettere le località chiave nei prossimi due anni, cosicché gli eventi di Milano-Cortina 2026 possano essere anche un momento simbolo della transizione digitale, con l’arrivo di personalità da tutto il mondo per seguire la venticinquesima edizione dei Giochi olimpici invernali, tra 6 e 22 febbraio 2026.

Fonte: Francesco Santin per Punto-informatico.it

| Categoria: Innovazione, Internet, Tecnologia | Tags: banda ultralarga, piano 3-4-4, fibra ottica | Visite: (313)
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