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Via al domicilio digitale, anche le multe arriveranno così

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Via al domicilio digitale, anche le multe arriveranno così

Il consiglio dei ministri ha dato il primo via libera al nuovo Codice per l'amministrazione digitale (CAD), che dovrebbe essere approvato definitivamente fra tre mesi. Tra le novità più importanti c'è l'introduzione del domicilio digitale, cioè l'indirizzo univoco per ricevere le comunicazioni ufficiali di tutti gli enti pubblici. Il cittadino potrà aderire volontariamente - non sarà un obbligo - e comunicare il proprio domicilio digitale. Ci sarà un sito web dedicato per dialogare con la PA dopo essersi autenticati con lo SPID o tramite Carta nazionale dei servizi (CNS) o via Posta elettronica certificata. Il registro delle PEC sarà integrato con i nomi dei cittadini aderenti.

Anche se l'Anagrafe unica della popolazione (ANPR), cioè la banca dati unitaria delle informazioni anagrafiche custodite dai comuni, non è ancora completa, si è deciso far partire comunque il domicilio online. L'indirizzo elettronico per dialogare con le pubbliche amministrazioni varrà per documenti e notifiche, multe incluse. Non coinciderà solo con la Posta Elettronica Certificata, ma con ogni canale di comunicazione via web che rispetti le regole europee in materia di sicurezza. I domicili digitali saranno raccolti in un indice, realizzato prezzo l'Agenzia per l'Italia digitale. Si tratterà di un portale online ad hoc.

Il domicilio digitale rappresenterebbe un risparmio per gli enti pubblici. Ogni anno infatti le amministrazioni locali spendono circa 250 milioni in francobolli e raccomandate. Con il domicilio digitale le spese postali si azzererebbero, almeno per le comunicazioni inviate ai possessori di PEC o di identità digitale SPID. "Con il domicilio digitale - si legge nella relazione tecnica che accompagna il decreto sul nuovo CAD - le pubbliche amministrazioni non dovranno più sostenere i costi per produrre, conservare, trasmettere documenti cartacei, né altri costi, diretti (carta, toner, buste, etc.) e indiretti (costo del lavoro, tempo per attività manuali, tempo impiegato dal destinatario in caso di assenza per recuperare una raccomandata, eccetera.)".

Il decreto tiene conto anche dei costi per sostenere l'infrastruttura tecnologica. Per le attività di manutenzione ed erogazione del servizio si prevede, stando sempre alla relazione tecnica, "una spesa di circa 200.000 euro per il 2018 e il 2019". La cifra messa a disposizione ci sembra inadeguata, ma il consiglio dei ministri potrà integrarla prima che il decreto sia approvato definitivamente. Il domicilio digitale dovrebbe essere avviato entro la fine del 2017 per diventare pienamente operativo nel 2019.

Fonte: Tomshw.it

| Categoria: Innovazione, Leggi e Decreti | Tags: domicilio digitale, Spid, Pec | Visite: (1663)
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