Entra nel vivo la seconda fase del progetto Fascicolo Sanitario Elettronico: dopo gli ottimi risultati dei progetti pilota condotti da 6 Regioni, parte ora la fase che vedrà gli interventi interessare tutto il territorio nazionale grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
La fase pilota del progetto Fse
Il Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale, Vittorio Colao, ha presentato alla Conferenza Stato-Regioni Unificata i risultati ottenuti nella prima fase, che ha visto coinvolte sei Regioni pilota per incrementare l’alimentazione dei fascicoli e la portabilità tra Regioni per i cittadini che si trasferiscono. A questa fase hanno partecipato le Regioni Basilicata, Campania e Piemonte (incremento alimentazione) e le Regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Puglia (trasferibilità automatica).
L’esito del lavoro congiunto delle Regioni, del Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio, del Ministero della Salute, del Ministero dell’Economia e delle Finanze e di Sogei è stato ampiamente positivo.
Per quanto riguarda l’alimentazione, in appena sette mesi, la Regione Basilicata è passata dal 27% dei documenti disponibili sull’Fse al 95%; la Regione Campania dal 1,5% al 53%; e la Regione Piemonte dal 50% al 80%.
Sulla portabilità interregionale, la percentuale di successo nella migrazione dei documenti tra le Regioni pilota è passata dal 14% al 93% nel periodo ottobre 2021-giugno 2022; allo stesso tempo è stata riscontrata la riduzione degli errori rispetto alla migrazione, passati dal 5% al 0,60% dei documenti interessati nello stesso periodo di riferimento. Questi risultati sono stati raggiunti grazie all’impegno di tutti gli operatori del Sistema Sanitario e dei fornitori coinvolti.
La seconda fase del progetto
Parte ora la seconda fase del progetto finanziato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, componente 2.1.3 – Missione 6, che vedrà gli interventi interessare tutte le Regioni del Paese e beneficiare anche di quanto appreso durante i programmi pilota. Per sostenere le Regioni e le Province Autonome in questo percorso, il Governo ha già stanziato 610 milioni di euro, sanciti con il Decreto Interministeriale pubblicato in Gazzetta lo scorso 4 ottobre 2022, e destinati al potenziamento dell’infrastruttura digitale dei sistemi e all’incremento delle competenze dei professionisti del sistema sanitario.
Il Ministro ha inoltre annunciato che, per quanto riguarda la piattaforma nazionale di telemedicina, l’agenzia Agenas ha dichiarato economicamente conveniente e di pubblica utilità la proposta di Partenariato pubblico privato ricevuta da Poste Italiane, Dedalus, Engineering, Althea e Almaviva, che sarà ora messa a gara. Entro l’autunno saranno inoltre avviate le procedure per le gare che metteranno a disposizione di tutte le Regioni i servizi di telemedicina, in particolare per le visite, l’assistenza, il consulto e il monitoraggio da remoto.
Fonte: Corrierecomunicazioni.it